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Dal libro sui disegni a firma di Ico Migliore all’installazione site specific realizzata per MUJI: le idee corrono veloci tra le pagine

In occasione della Milano Design Week, all’interno del negozio di MUJI al numero 36 di Corso Buenos Aires, l’architetto Ico Migliore – tre volte premio Compasso d’Oro e co-founder insieme a Mara Servetto dello studio Migliore + Servetto Architects – ha presentato il nuovo libro “Sketches, Maps, Sceneries”, edito da Electa in doppia lingua inglese e italiano, contestualmente ad una speciale installazione che occuperà il piano terra.

Fermare idee fulminee, esplorare la complessità della realtà, tradurre intuizioni in immagini: sketchare è da sempre un’attività fondamentale nel processo creativo, una fase evocativa in cui le idee prendono forma.

“Drawing is always a quick matter” così si legge nel libro dell’architetto Ico Migliore che raccoglie una selezione speciale di più di 100 disegni realizzati negli anni, tra l’attività lavorativa e la vita quotidiana utilizzando per lo più taccuini MUJI formato A6. Un corpus prezioso che mostra come gli sketches siano fondamentali nel suo processo progettuale: è proprio in questa fase, infatti, che un concept si traduce velocemente in immagine e inizia il viaggio verso la sua realizzazione. Suddiviso in tre sezioni principali – sketches, sceneries e maps – il volume mostra, inoltre, come il disegno sia per l’autore una necessità espressiva a tutto tondo, non esclusivamente uno strumento

Il libro sarà acquistabile presso il negozio di MUJI in Corso Buenos Aires.

Il pubblico a piano terra è stato accolto da un’installazione site specific che trae ispirazione proprio dal libro per vivere un’esperienza narrativa fisica attraverso una rassegna di sketches A6 originali esposti sottovuoto e accompagnati da video esclusivi insieme ad un artwork a sviluppo verticale, una torre che intorno all’oggetto taccuino A6 di MUJI, tra parole, cromie e materia, si porrà in dialogo con i disegni originali di Ico Migliore.

Ico Migliore, architetto, 3 volte Premio Compasso d’Oro, è Professore alla Scuola del Design del Politecnico di Milano e Chair Professor alla Dongseo University di Busan (Corea del Sud). Con Mara Servetto ha fondato lo studio Migliore+Servetto Architects con cui realizzano per brand internazionali, musei e città progetti di forte identità e connotazione esperienziale, caratterizzati da un uso narrativo della luce e in relazione empatica con le nuove tecnologie. I suoi disegni e schizzi sono stati pubblicati a livello internazionale e sono stati esposti in diverse mostre, tra cui le due personali “Lightmorphing” a Seoul and Busan in Corea del Sud (2019); “Red Light Architecture – Sketches and Notes on Projects” al Dongdaemun Design Plaza (DDP) di Seoul (2018); “Spacemorphing” a Tokyo, Torino e Seoul (2010). Molteplice il suo contributo alla narrazione sull’evoluzione dell’interior e urban design con testi e articoli in Italia e all’estero, tra cui: “Time to Exhibit” (Franco Angeli ed. 2019) e “Spacemorphing Migliore + Servetto Temporary Architecture” (Five Continents ed. 2007).

 

MUJI nasce in Giappone nel 1980 come antitesi alle abitudini della società consumista dell’epoca. MUJI è stata concepita come una critica a questa condizione prevalente, con lo scopo di restituire una visione di prodotti effettivamente utili per il cliente e mantenere un ideale di giusto equilibrio tra l’abitare e gli oggetti che lo rendono possibile. Il concetto è nato dall’intersezione di due idee distinte: nessun marchio (Mujirushi) e prodotti di buona qualità (ryohin). MUJI si basa su tre principi: selezione dei materiali, ottimizzazione dei processi e semplificazione degli imballaggi. Il concetto di MUJI di enfatizzare il fascino intrinseco di un oggetto attraverso la razionalizzazione e la meticolosa eliminazione dell’eccesso è strettamente connesso all’estetica tradizionalmente giapponese di “su”–– che significa semplice o disadorno –– l’idea che la semplicità non sia semplicemente modesta o frugale, ma potrebbe forse essere più attraente del lusso.

 

Crediti fotografici: Leo Torri