RAPPORTO UOMO-NATURA NELLE MOSTRA “DISINTEGRATION-IO” DI MARCO SORGATO

Uomo e natura un binomio tragicamente in conflitto … uno scontro malato a monte che la pandemia ha messo con urgenza davanti alle vite di tutti noi esseri umani del globo.

“Più l’uomo toglie alla natura, più toglie a sé stesso perché è parte di un equilibrio che non si può ignorare”. Da queste premesse parte la complessa riflessione dell’artista Marco Sorgato impegnato nella sua prima personale, “Disintegration-IO”, allestita negli spazi di Scalo Lambrate Milano fino al 13 giugno.

Sorgato è artista giovane ed eclettico che spazia dalla musica underground ai tatuaggi, fino ad arrivare all’arte con una serie di opere che si compongono di tre serie: De-Composizioni, Diario della Sopraffazione, Dead Chips. “Al centro di tutte c’è una profonda ricerca antropologica che riflette sul tentativo di sopraffazione da parte dell’uomo nei confronti della natura”.

Nei suggestivi spazi portati alla luce dal rigenerazione urbano dello Spazio Lambrate, l’allestimento della mostra conduce il visitatore in una “serra” visionaria di piante su cui l’artista impone il suo gesto anche violento e provocatorio, e al tempo stesso catartico.

“L’uomo è fatto da una rete di infinite relazioni di cui può percepire solo la proiezione semplicistica dei suoi sensi. Si tratta di una lotta tra Finito contro Infinito impregnata di contraddittorietà”. La scrittura è il medium prescelto da Marco Sorgato per operare questa sopraffazione in piccola scala. Le piante, simbolo della Natura, sono invece l’apparente “parte lesa”. L’artista agisce su di esse scrivendo con una bomboletta spray, con un gesto veloce e invasivo che simboleggia la brutalità del gesto dell’uomo contemporaneo.

Per l’artista, “la natura è un sistema complesso da cui l’uomo non può sentirsi estraneo e la sua reazione non può che annullare l’intervento umano facendolo rientrare nei suoi cicli vitali. Per questo la scritta sulla pianta è destinata a scomparire: la chioma, crescendo, modifica il messaggio, poi lo distorce fino a renderlo irriconoscibile. Con il ricambio di foglie, infine, perde gli ultimi segni dell’intervento umano. Da una foglia persa nasce un germoglio e l’intervento dell’uomo viene quindi dimenticato e decomposto”.

La mostra è articolata in tre serie di opere. Le De-Composizioni sono le installazioni più estetiche, dove l’artista interviene direttamente con segni grafici sulle foglie secche e/o stabilizzate dopo le operazioni di sopraffazione con bombolette ed inchiostri. Il Diario della Sopraffazione invece utilizza teche entomologiche per fissare la caduta delle foglie dopo la propria azione-sopraffazione. Infine, in Dead Chips, le foglie raccolte ed essiccate al termine della manipolazione artistica, sono confezionate all’interno di pacchetti di patatine. Questa dicotomia mette in evidenza il contrasto tra la natura priva di vita e le chips come icona pop. Sorgato ci invita a riflettere sulle conseguenze estreme che possono procurare le nostre azioni più banali e consuete.

L’esposizione, organizzata dall’Associazione Formidabile, è curata da Nicolas Ballario e vede la direzione artistica di Umberto Cofini.

 

Caterina Misuraca