Matteo Di Ciommo, artista emergente romano, con la sua nuova collezione Specchi all’ora della luna continua a muoversi al confine tra arte e design, proponendo questa volta la sua personale interpretazione della luna.

Di Ciommo crea pezzi unici, piccole e raffinate sculture che sono anche oggetti d’uso quotidiano e che, nelle sue mani, nobilitano la loro funzione per diventare opere d’arte.

Come nel caso di quest’ultima collezione dove gli specchi, sia d’appoggio che da parete, non hanno alcun vincolo funzionale, possono essere quadri da appendere o sculture a tutto tondo realizzati in legno massello di varie essenze: “Volevo creare un orizzonte, un paesaggio più che un oggetto, qualcosa che fosse bello da guardare al di là della sua funzione”, afferma di Ciommo.

 

L’ispirazione nasce appunto dalla luna, o meglio dalla personale visione che ognuno di noi ha di questo satellite così ammaliante. Questi specchi sono come tante lune all’orizzonte, intime, lontane, a allo stesso tempo così personali perché tutti noi abbiamo una luna da guardare e da fissare, che riflette i nostri pensieri, i nostri sogni e in questo caso anche la nostra immagine.

La caratteristica principale del lavoro di Matteo Di Ciommo è il suo intervenire in prima persona in ogni fase del progetto: dall’ideazione dell’opera alla sua esecuzione, in un’affascinante sintesi di creazione artistica e progettuale che si sposa con il saper fare manuale, come avviene in ogni sua collezione.

Ha creato tetti, sedie e comignoli, poi ha reinterpretato il concetto di vassoio e alzatina con Piani, ripiani e terrazze e ancora con Atlantide ha proposto dei vasi che custodiscono paesaggi realizzati in bronzo.

Lo studio delle architetture è sempre centrale nella poetica di Di Ciommo, a cui aggiunge il suo personale sentire che trasforma il complemento d’arredo in opera d’arte che va oltre il formalismo tecnico

Allo stesso tempo la sua formazioni di designer lo porta ad essere attratto dal lato più concreto della progettazione, infatti tra i suoi modelli d’ispirazione ci sono Alessandro Mendini, Ugo La Pietra e Michele De Lucchi – con cui collabora – designers che si sono confrontati con l’autoproduzione e che hanno fondato le basi del design italiano contemporaneo.

Alla domanda su come vede sé stesso e il suo lavoro, così risponde l’artista: “Molti mi definiscono come “quello che fa cose belle con il legno”, o “quello che lavora il legno” che a me, a dire il vero, non piace molto perché è un po’ riduttivo. Mi definirei più un “ricercatore di Bellezza”.