E se fosse l’attività di riciclo della plastica a pulire il pianeta?
I nuovi dati globali confermano che la crisi dell’inquinamento è fuori controllo, ma forse la plastica non è il vero nemico da sconfiggere. Le situazioni ambientali, climatiche ed economiche potrebbero migliorare se aumentasse il riciclo della plastica nel lungo termine.
A confermarlo anche Marco Zanetti, CEO di Massetti Ecoplast S.r.l., che ha spiegato: “Il riciclo della plastica non è solo una responsabilità ambientale, ma un’opportunità industriale e sociale che andrebbe percorsa”.
Il 2024 si è chiuso con un bilancio allarmante per ciò che riguarda l’inquinamento da plastica. Su moltissime testate è stato segnalato che la produzione mondiale di plastica ha raggiunto quasi 400 milioni di tonnellate, con una crescita costante.
Secondo le ultime analisi dell’OCSE, solo il 9% della plastica prodotta viene effettivamente riciclata, mentre oltre il 90% finisce in discariche, inceneritori o direttamente nell’ambiente.
A livello globale, ogni minuto vengono gettati oltre un milione di bottiglie di plastica e oltre 11 milioni di tonnellate finiscono negli oceani ogni anno.
Organizzazioni internazionali come l’UNEP e l’OCSE concordano: senza un’azione politica e industriale globale, il peso dell’inquinamento plastico potrebbe triplicare entro il 2060, mettendo a rischio la salute degli ecosistemi e quella umana.
Le soluzioni esistono
- investire nel riciclo della plastica avanzato e nelle alternative compostabili.
- adottare normative più stringenti sull’uso della plastica monouso.
- incentivare un design dei prodotti più sostenibile.
Oggi ben il 40% dei rifiuti plastici viene smaltito in discariche controllate. Il 22 – 25% viene incenerito, spesso producendo emissioni climalteranti. Il 32% circa rimane senza un controllo, contribuendo alla crescente emergenza delle microplastiche, oggi rilevate perfino nel sangue umano, nella placenta e nelle catene alimentari marine.
Ben il 94% della plastica prodotta nel 2024 è ancora a base fossile. Solo il 7,2% dei rifiuti plastici globali ha avuto una seconda vita in ottica “circolare”. Le aree più colpite dal plastic leakage sono il Sud-est asiatico, l’Africa subsahariana e le coste mediterranee.
Negli ultimi trent’anni la produzione della plastica è quadruplicata, passando da 100 Mt (1990) a oltre 400 Mt (2022), come pubblicato su theguardian.com, e si prevede che la produzione aumenterà fino a 800 Mt entro il 2050.
Tutti gli stati dovrebbero aumentare il riciclo della plastica
Si potrebbe arrivare a raggiungere fino all’80% in meno di plastica nei fiumi e negli oceani entro il 2040 se tutti gli Stati si impegnassero per la riduzione dell’inquinamento ambientale
Se il riciclo globale superasse il 40% (oggi è sotto il 10%) si potrebbero evitare fino a 480 milioni di tonnellate di plastica dispersa entro il 2060.
Aumentare il riciclo della plastica porterebbe a una riduzione fino a 1,5 giga-tonnellate di CO₂ entro il 2050 . Un sistema circolare con riciclo esteso potrebbe generare risparmi fino a 70 miliardi di dollari l’anno per i governi, riducendo i costi di gestione rifiuti e danni ambientali .
Il valore del mercato della plastica riciclata è stimato in crescita fino a 100 miliardi di dollari entro il 2040. E non solo, la transizione verso una filiera della plastica più circolare potrebbe creare fino a 700.000 nuovi posti di lavoro netti solo in Europa entro il 2030.
Marco Zanetti, CEO di Massetti Ecoplast
“Proprio in questo scenario, è necessario saper guardare oltre, comprendere quali siano le potenzialità dietro a quello che abbiamo sempre considerato un nemico. La plastica può davvero pulire il pianeta se gestita con intelligenza. Il riciclo non è solo una responsabilità ambientale, ma un’opportunità industriale e sociale che non deve essere sprecata.
Noi di Ecoplast Nord siamo impegnati ogni giorno a trasformare rifiuti plastici in un prodotto funzionale e duraturo, capace di diventare strumento che combatte (anche) l’inquinamento acustico nelle città e negli spazi industriali”.
Il vero cambiamento avverrà solo con un uso intelligente della plastica già esistente. La stessa potrebbe essere destinata a soluzioni che impediscano nuove forme di inquinamento, sia ambientale che sonoro.
Ecoplast Nord investe in ricerca e processi a bassa impronta di carbonio, sviluppando soluzioni che fanno da ponte tra economia circolare e benessere urbano. Ogni prodotto nasce da scarti plastici lavorati localmente e reinseriti nel ciclo produttivo in modo trasparente.
“Vogliamo cambiare la narrazione” ha proseguito Zanetti, “la plastica non è il nemico, ma lo spreco sì. Riciclarla bene significa trasformarla in alleato della sostenibilità. Quando la plastica viene riutilizzata per abbattere il rumore o per costruire infrastrutture più durature, allora sì: sta davvero pulendo il pianeta.”