Il “rifugio sul mare” è la bellissima villa a Forte dei Marmi, ristrutturata con il progetto firmato da Pelizzari Studio
Adagiata nel verde a due passi dal mare, questa villa a Forte dei Marmi degli anni ’60 è stata rivisitata da Pelizzari Studio ricercando luminosità e vigore geometrico.
La villa, ristrutturata in vari periodi, apparteneva ad un importante produttore di pelletteria internazionale. I nuovi proprietari hanno scelto di affidare la revisione a Pelizzari Studio, condividendo la filosofia delle scelte progettuali.
Le superfici perimetrali che si alternano alle verande sono interrotte da quinte in listelli in Teak, a schermare la casa dalla luce diretta del sole estivo.
Gli spazi interni
Altrettanta purezza domina gli interni, ripensati come spazi ariosi in cui prevalgono arredi lineari, dalle texture neutre, quasi l’ambiente marino fosse un unicum con quello domestico.
La zona living ci accoglie con il generoso divano e l’iconica poltrona di Eames, nei colori dalle declinazioni chiare, accostati ad elementi su disegno di Pelizzari Studio. Tra questi il coffe table in ferro e travertino, il mobile bisellato in Teak e le poltrone vintage che poggiano su un tappeto berbero in lana bianco e nero.
Sorprendente un’opera di Sabine Marcelis, quasi uno specchio che riflette la natura che entra preponderante dalle larghe vetrate. Tutto è leggero in un susseguirsi di interno/esterno a cui solo la brezza marina fa da trait d’union.
Si è voluto accentuare questo carattere, disponendo forniture Kettal nelle verande che corrono tutto intorno alla villa. Zona living, pranzo e zona relax si snodano fino ad adagiarsi sul prato, tra gli alberi.
Anche la zona notte è concepita con la medesima leggera punteggiatura. Le camere, quasi francescane, riprendono lo stesso concept. Letti dai tessuti basici, si appoggiano a pareti rivestite in Teak.
I cuscini color della schiuma dialogano con piccoli tavoli notte, quasi a celebrare con garbo il valore dell’unicità di questa villa a Forte dei Marmi. Un accogliente rifugio sul mare.
Photo credits: Giorgio Baroni
