Il progetto di design di Vudafieri Saverino Partners per Cleaf
Nel 2025 Cleaf compie cinquant’anni. Per questa ricorrenza, l’azienda sceglie di guardare avanti, senza dimenticare il passato. Lo fa con un progetto di Vudafieri-Saverino Partners che intreccia design, memoria e trasformazione urbana.
Protagonista è un oggetto iconico: la cabina telefonica. Introdotta in Italia nel 1952, – la prima venne installata in piazza San Babila – la cabina è stata per decenni un luogo ibrido, sospeso tra pubblico e privato, capace di offrire un frammento di intimità nel caos cittadino. Oggi, scomparsa dalle strade, torna a vivere con una funzione nuova: quella di rifugio urbano.
La cabina telefonica all’interno del CCube, spazio espositivo di Cleaf a Lissone
Il progetto di design dello studio Vudafieri-Saverino Partners dà forma a quattro microambienti. Quattro stanze urbane che reinterpretano il concetto di cabina come spazio fisico legato ora alle funzioni delle app più comuni: food delivery, fitness, video call, musica.
Ogni stanza è collocata in uno dei due paesaggi simbolici della città – la strada e il parco – e associata a uno dei quattro momenti fondamentali della vita quotidiana: eat & drink, fitness, work, relax.
Nel parco troviamo Outdoor Pavillion, un gazebo conviviale per pranzi all’aperto, e Sport Therapy, cabina-spogliatoio pensata per la misurazione dei parametri fisici e l’attività sportiva.
Sulla strada si incontrano invece Smart Office, spazio raccolto e funzionale per il lavoro da remoto, e Acoustic Oasis, ambiente silenzioso per l’ascolto e la disconnessione.
Ogni cabina è realizzata con materiali selezionati dalle collezioni Cleaf – legno, pietra, metallo, tessuto. Le cabine sono collocate in scenografie che evocano, in modo stilizzato, i contesti urbani di riferimento.
A fare da introduzione al percorso è La Piazza, lobby d’ingresso decorata laminati Cleaf che richiamano i gettoni telefonici degli anni Settanta. Un omaggio alla storia e, insieme, un invito a riscoprire il tempo lento, a fermarsi, ad “abitare” la città in modo diverso.