Fino al 27 ottobre 2024 Todi  rende omaggio a Mark di Suvero, tra i più importanti scultori viventi legati alla generazione dell’espressionismo astratto

La rassegna, curata da Marco Tonelli, promossa dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper, in collaborazione con il Comune di Todi, si tiene nell’ambito della quarta edizione del Festival delle Arti. Propone una personale dell’artista statunitense di origini italiane, la prima in Italia dopo il 1995, diffusa nel centro della cittadina umbra.

Con questa iniziativa, Todi conferma la propria vocazione a esplorare i linguaggi più innovativi sulla scena artistica internazionale, attraverso autori che l’hanno scelta come luogo privilegiato dove lavorare o presentare le loro creazioni e che l’hanno portata a candidarsi per diventare Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo si apre idealmente da piazza del Popolo che accoglie la grande scultura Neruda’s Gate (2005). La statua è dedicata al poeta cileno, deceduto pochi giorni dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet dell’11 settembre 1973. Si tratta di un enorme portale, alto circa 8 metri, verniciato di rosso, colore tipico di molte delle sculture in acciaio dell’artista americano. La struttura, leggermente inclinata, è attraversata da una lunga trave di acciaio per creare un effetto dinamico che ne accentui la forza espressiva e drammatica.

Mark di Suvero

 

L’opera, al termine della mostra, sarà installata a Todi, al Parco del Ponte Bailey, un’area industriale su cui sorgerà a breve un polo scolastico. Il luogo è stato scelto perché sposa appieno la poetica di Mark di Suvero. Convinto sostenitore della funzione sociale dell’arte, di Suvero, ha preferito non solo lavorare in zone industriali ma anche periferiche e possibilmente vicine a un’utenza giovane.

Neruda’s Gate è uno dei vari omaggi a personaggi famosi che di Suvero ha realizzato nel corso della sua carriera, come a scienziati e matematici. Tra questi Galileo, Keplero o Lobotchevsky, compositori quali Schubert, Scarlatti o Mozart o ad altri poeti come Baudelaire, Rilke, Marianna Moore, Gerard Manley Hopkins o Yeats. La scultura sottolinea inoltre l’impegno politico che di Suvero ha spesso esplicitato nei suoi lavori che, seppur astratti e geometrici, non possono dirsi estranei a un coinvolgimento emotivo ed esistenziale verso i fatti della realtà e delle vicende storiche.

La mostra

La mostra, dal titolo Spacetime, sottolinea il suo interesse verso i concetti di materia e antimateria, relatività, spazio a quattro dimensioni, gravità e fisica quantistica. All’interno della Sala delle Pietre di Palazzo del Popolo, fino al 6 ottobre 2024, vengono presentati dipinti di grandi dimensioni e piccole sculture. Arrivano dalla sua collezione personale e dal suo studio a New York, realizzati in acrilico e pittura fosforescente, tra 2014 e 2022. Tali dipinti esprimono il senso ludico e partecipativo. Il pubblico può illuminarli con delle piccole torce facendo apparire colori inattesi,  che la poetica di Mark di Suvero ha sviluppato fin dagli anni ’60, oltre che manifestare il significato di “drawing in space” che la storica dell’arte Rosalind Krauss ha dato a tanta scultura in ferro prodotta nel XX secolo.

All’interno del percorso s’incontreranno tre Puzzle Pieces.  Le opere plastiche più recenti dell’artista americano, in titanio e alluminio, ottenute dalla composizione di diverse parti metalliche indipendenti e che offrono infinite possibilità di combinazione. Anche in questo caso, i visitatori potranno interagire direttamente, assemblando liberamente i vari pezzi per creare delle nuove sculture.

Mark di Suvero

Mark di Suvero è l’autore del manifesto che accompagnerà la 38^ edizione di Todi Festival

Elisa Veschini, presidente della Fondazione Progetti Beverly Pepper

“Riuscire a esporre la straordinaria opera di Mark di Suvero in un borgo medievale come Todi non è stata affatto un’impresa facile. Gli addetti ai lavori sanno bene che questi progetti sono solitamente realizzati nelle grandi città o da storiche fondazioni. Raramente da realtà più giovani come la nostra, guidate per di più da due donne. Tuttavia, ciò che ci ha sempre accompagnati, anche nelle passate edizioni del Festival che hanno visto grandi maestri dell’arte contemporanea come Arnaldo Pomodoro e Fabrizio Plessi lasciare un’opera monumentale alla città, è stato lo spirito “di ferro” di Beverly Pepper: una grande donna e artista che nella sua lunga carriera non si è mai scoraggiata di fronte a nessuna difficoltà”.

“Niente poi sarebbe stato possibile – prosegue Elisa Veschini – senza l’eccezionale contributo dell’amministrazione comunale e della grande visione di un sindaco che ama fortemente la sua città e che non ha paura di investire nell’arte contemporanea. Siamo inoltre profondamente grati a tutto lo staff di Mark di Suvero a New York, con il quale abbiamo lavorato con grande sinergia. Da parte nostra, proseguiremo nel dimostrare ancora una volta la capacità di Todi di rimanere al centro del dibattito artistico globale”.

Il curatore Marco Tonelli

“La scelta di Mark di Suvero  come artista e testimonial del Festival delle Arti di Todi, è motivata non solo dall’importanza che ricopre lo scultore nella storia dell’arte moderna e contemporanea e in particolare per la scultura cosiddetta “tardoindustriale” (di cui è praticamente l’ultimo esponente), ma anche da un legame di continuità con l’opera della scultrice americana Beverly Pepper, che aveva scelto Todi e l’Italia come sua seconda patria e luogo di vita e lavoro. Beverly Pepper, infatti, a partire da una intervista rilasciata nel 1998 a Heidi Landecker, non ha mai nascosto la sua ammirazione per Mark di Suvero, da lei inserito in un pantheon ideale a fianco di scultori come Brancusi, David Smith e Richard Serra”.

La rassegna sottolinea il legame che si era instaurato tra Beverly Pepper e Mark di Suvero; i due esposero insieme in numerose collettive, tra il 1968 ed il 1995. Senza dimenticare la loro presenza congiunta in importanti collezioni di scultura come quella dell’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington o dello Storm King Art Center presso New York. Nel 1995, le opere di Pepper e di Suvero furono esposte, fianco a fianco, lungo la Riva degli Schiavoni sul Canal Grande di Venezia in occasione della Biennale del Centenario.

Accompagna la rassegna un catalogo a cura di Marco Tonelli