Fino al 16 settembre 2025, i Musei Reali di Torino rendono omaggio a Giuseppe Maraniello

L’esposizione, promossa dai Musei Reali Torino, realizzata con Nicola Loi – Studio Copernico e curata da Francesco Tedeschi, presenta una serie di 14 opere scultoree e ambientali che dialogano con gli spazi storici e monumentali.

Asa Nisi Masa è molto più di un titolo evocativo: è una chiave che ci invita a entrare nel linguaggio simbolico, stratificato e visionario di Giuseppe Maraniello. Dalla Piazzetta Reale ai Giardini Reali e al primo piano della Galleria Sabauda, le sue sculture tracciano un percorso che attraversa memoria, mito e materia, in costante equilibrio tra forma e mistero. Figure enigmatiche, materiali recuperati, strutture che sembrano emergere da un tempo sospeso: tutto nelle sue opere parla un linguaggio che non si lascia tradurre, ma si offre allo sguardo come esperienza, come soglia da attraversare.

Giuseppe Maraniello

Con questa mostra, i Musei Reali di Torino rinnovano il proprio impegno nel dare spazio all’arte contemporanea, promuovendo una visione del museo come laboratorio aperto, dove le espressioni del presente possono confrontarsi con la storia e nutrirsi di essa. Ringrazio Giuseppe Maraniello per aver accolto questa sfida con generosità, Francesco Tedeschi per la cura dell’esposizione e del catalogo e lo Studio Copernico per aver creduto in un progetto che unisce rigore, libertà e poesia”, dichiara Mario Turetta, Direttore delegato dei Musei Reali di Torino.

Le opere di Maraniello, definitesi progressivamente attraverso la combinazione di tele, materiali di recupero ed elementi scultorei in bronzo e ferro, si sviluppano secondo diverse soluzioni, sia a parete, sia nello spazio architettonico e paesaggistico, secondo una sintesi tra la memoria di temi e immagini e l’elaborazione dei materiali.

Giuseppe Maraniello

Le sculture esposte di Giuseppe Maraniello

Nelle sculture di Giuseppe Maraniello, anche di grande formato, le figure del suo mondo fantastico prendono forma in situazioni di forte impatto visivo. Qui s’incontrano demoni, come il diavolo alato che ricorda le immagini del Cimitero Monumentale di Pisa, centauri della mitologia greca che si combattono in un duello, in una sorta di allegoria dell’uomo che lotta contro sé stesso. E ancora figure di funamboli e di ermafroditi, oltre ad alambicchi, otri, borracce che ricordano certe forme disseminate in molti dei dipinti di Hieronymus Bosch.

Di particolare rilevanza è il Nido. Un luogo che accoglie la ragnatela dei sogni e delle fantasie possibili, dall’esile struttura di “rami” derivati dalle colate di fusione che, come altri materiali di recupero, diventano parte delle sue composizioni.

“Ecco che scatta in chi si soffermi davanti a queste opere – scrive Sandro Parmiggiani in catalogo –, l’invito a immergersi, almeno in parte, in una sorta di mistero, sulle tracce delle ignote associazioni che, nella fantasia dell’artista, li hanno generati, cercando di svelare qualcuno dei significati profondi che vi sono racchiusi e che ancora non sono venuti alla luce”.

Giuseppe Maraniello

Il titolo, Asa Nisi Masa, riprende la formula ‘magica’ recitata da Marcello Mastroianni in Otto e mezzo di Federico Fellini, una sorta di mantra enigmatico che per Maraniello richiama il mistero delle forme scaturite dalla fantasia.

Accompagnerà la mostra un catalogo Edizioni Polistampa, a cura di Francesco Tedeschi con le riproduzioni di tutte le opere ambientate in Piazzetta Reale, nei Giardini Reali e in Galleria Sabauda. Riporta anche un’inedita conversazione tra Giuseppe Maraniello e Sandro Parmiggiani, l’analisi delle opere di Michele Giuliano Cipolla. Infine un approfondimento sui Giardini Reali, a coronamento dei lavori di restauro nel Giardino di Levante, a cura dell’architetto Stefania Dassi.