Un divano chiamato AEDO: Visioni Tattili di Adrenalina

“Le mie mani sono i miei occhi. Attraverso il divano vorrei toccare quello che posso solo immaginare: ad esempio le nuvole!”. Il divano si chiama AEDO, proprio come gli AEDI dell’antica Grecia, poeti\cantori (spesso ciechi), che raccontavano le storie (vedi Omero!).

Siamo stati in Triennale per la tavola rotonda di AdrenalinaVisioni Tattili – a compimento di un lungo anno di lavoro con Museo Tattile Statale Omero e l’Istituto dei Ciechi Fondazione Cavazza.

Visioni tattili Visioni tattili

Abbiamo anche fatto l’esperienza sensoriale alla scoperta del nuovo progetto, divano AEDO, un lavoro davvero illuminante dove etica ed estetica sono la stessa cosa. Un momento davvero suggestivo per una riflessione importante: viviamo in una società dominata dalle immagini, dove trionfa l’imperialismo della vista, su tutti gli altri sensi.

In primis, quello reietto, quello che spaventa anche per via di tabù culturali, il tatto, un senso dimenticato. Un senso che sempre meno viene usato per scoprire cose, per vedere cose, per sentire cose, per esplorare il mondo, per sentire il mondo. Dunque l’esplorazione del divano Aedo, bendati, solo attraverso il tatto con una guida ipovedente, esperta, ci ha illuminato su quanto in realtà le nostre mani possano possedere dei sensori che regalano visioni percettive straordinarie. Altresì, come in un mondo dell’imperialismo della vista, tante esperienze e tante cose, vengano perse e sottovalutate.

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Confronto tra progettisti, architetti, attivisti, studiosi e persone non vedenti

Un bellissimo confronto tra progettisti, architetti, attivisti, studiosi, persone non vedenti, il pubblico e – soprattutto – la collezione AEDO, protagonisti di una giornata intensa e vibrante.
L’atmosfera? Accogliente, fluida, sincera. Fatta di mani che si affidano, voci che raccontano, ascolti reciproci. Relazioni morbide, delicate, immediate, anche tra sconosciuti.

Le persone non vedenti dell’Istituto Cavazza hanno guidato i visitatori bendati nella scoperta del divano AEDO, con parole, contatto e fiducia. Un’inversione di ruoli che ha spostato l’asse della percezione dalla vista al sentire. Il linguaggio ha preso il posto dell’immagine. L’esperienza è diventata la forma.

Visioni tattili

AEDO non è solo un divano, ma uno spazio relazionale. Un luogo che accoglie, orienta, contiene. È il frutto di una vera coprogettazione sinestetica, nata da domande nuove:
Come si può fruire della bellezza senza vederla? Quali materiali parlano al tatto? Come si progetta partendo dal corpo, dai sensi, dai desideri?

Un anno di ricerca che si è fatto racconto. E un racconto che si è fatto progetto, voce, incontro.

 

Caterina Misuraca