Il Museo del Castello del Buonconsiglio propone nella sua sede di Castel Caldes una mostra dedicata alle terme trentine
Il termalismo, fenomeno storico e sociale che conobbe un notevole sviluppo in Trentino, specialmente nei decenni a cavallo tra Otto e Novecento in mostra a Castel Caldes.
Gli stabilimenti termali sorti a Pejo, Rabbi, Levico-Vetriolo, Roncegno e Comano sono ancora oggi siti di grande richiamo per le proprietà terapeutiche e benefiche delle loro acque. Tra la fine della dominazione asburgica e gli anni Trenta, durante la Belle époque, queste località divennero mete privilegiate di un raffinato turismo termale. Ovviamente per le classi agiate della Mitteleuropa e del vicino Regno d’Italia. Le principali stazioni di cura si dotarono pertanto di infrastrutture turistiche. Rinnovarono l’assetto architettonico dei diversi “bagni”, attuando anche dei progetti decorativi che coinvolsero pittori specializzati nella decorazione d’interni, con risultati di alto profilo estetico.
Decori e illustrazioni degli stabilimenti termali
In questo contesto si colloca la chiamata a Vetriolo di Tito Chini (Firenze 1898 – Desio 1947). Pittore e ceramista appartenente a un’illustre dinastia di decoratori originari di Firenze e fondatori di una rinomata fornace nel Mugello. Reduce da importanti imprese decorative portate a termine in Toscana e nel Veneto, nel 1936 il pittore venne incaricato di decorare lo Stabilimento Termale di Vetriolo.
Da tempo dismesso, l’edificio fu demolito nel 1997, ma parte della decorazione interna venne salvata grazie all’interessamento dell’Ufficio Beni Storico-Artistici della Provincia autonoma di Trento. Si provvide allo stacco delle pitture murali interne e dei mosaici della facciata, ai fini di preservare la memoria di questo episodio di storia del termalismo. I dipinti di Vetriolo vengono per la prima volta esposti in pubblico in occasione di questa mostra. Saranno esposti anche inediti bozzetti preparatori e a una selezione di manufatti ceramici prodotti dalla manifattura di Borgo San Lorenzo, nell’ambito di uno specifico focus dedicato a Tito Chini e alla stagione dell’art déco.
Bagni di Rabbi e alle Fonti di Pejo
La mostra prosegue nel racconto delle terme trentine con particolare attenzione al territorio della Val di Sole. Troviamo sezioni tematiche dedicate ai Bagni di Rabbi e alle Fonti di Pejo. Altri materiali documentano le vicende degli altri siti termali del Trentino. Ogni sezione è costituita da differenti tipologie di opere d’arte. Troviamo antiche pubblicazioni medico-scientifiche, oggetti legati alla fruizione delle acque salubri, cartoline e fotografie d’epoca, ritratti e ricordi di ospiti illustri.
Tra i materiali esposti, un posto di assoluto rilievo è riservato ai manifesti pubblicitari che rappresentano una prima modalità di promozione turistica del territorio. E che sono al tempo stesso testimonianza dell’evoluzione del linguaggio artistico e del gusto. Gli esemplari originali dei manifesti sono stati concessi in prestito da collezionisti privati e dalla Collezione Salce di Treviso.
Nella sezione sulle Fonti di Rabbi, un focus è dedicato alla figura dello scrittore e geologo Antonio Stoppani (Lecco 1824 – Milano 1891), il celebre autore del Bel Paese, libro che si proponeva far conoscere a un vasto pubblico di lettori il territorio italiano dal punto di vista geografi-co e naturalistico, invitando a coltivare il sentimento nazionale. Stoppani contribuì in modo decisivo a far conoscere la Val di Rabbi e i suoi bagni, dove soggiornò più volte, anche attraverso la pubblicazione di uno specifico volume.
La mostra sulle terme trentine è curata dai conservatori del museo Elisa Nicolini e Roberto Pancheri ed è stata possibile grazie anche al sostegno dell’APT della Val di Sole e con la collaborazione delle Terme di Pejo e di Rabbi.