Una collezione di lampade in silicone, SHADES by Sowden, che comprende modelli a sospensione, da tavolo, da terra e una famiglia senza fili adatta sia ad ambienti interni che a spazi outdoor.

La collezione, il cui concept era stato presentato in anteprima durante la Milano Design Week lo scorso settembre 2021, arriva oggi alla sua definizione, arricchita da innovative soluzioni tecnologiche e ingegnerizzata dal punto di vista produttivo. La ricerca sperimentale di George Sowden, da sempre suo tratto distintivo, trova applicazione sulla luce che, filtrata grazie alle proprietà del silicone, ne viene meravigliosamente esaltata.

Il silicone caratterizza il prodotto che si apprezza fin da spento; colori e proporzioni che si rimodulano quando il silicone diventa strumento di diffusione della luce soffusa. Accomuna tutte le versioni la semplicità delle forme, che assemblate in vario modo danno vita a molteplici configurazioni.

George Sowden e il suo team si sono concentrati sul miglioramento della facilità d’uso, in particolare per i modelli portatili. La famiglia completa comprende cinque lampade a sospensione e cinque lampade da tavolo, quattro modelli da terra e tre versioni portatili alimentate a batteria. Proprio per queste ultime la ricerca è stata estesa per risolvere problematiche tipiche di questa tipologia di prodotti. Ciò ha comportato la realizzazione di una lampadina LED SOWDEN personalizzata, con comando touch nella parte superiore, che può essere svitata e sostituita all’occorrenza. Questi modelli portatili hanno anche uno scomparto per due batterie 18650, che una volta scariche sono facili da sostituire, consentendo un utilizzo immediato senza attendere la ricarica. Una soluzione davvero innovativa, utile in molte situazioni, come ad esempio nei ristoranti, dove è possibile eseguire la sostituzione durante il servizio senza mai lasciare gli ospiti al buio.

A conferma della qualità del progetto, SHADES è già entrata nella selezione di oggetti in vendita al MoMA Design Store, lo shop online del Museum of Modern Art di New York.

ph credits: Alice Fiorilli